"Un paese dagli album di famiglia.
Una ricerca di Guido Scaramagli a San Bartolomeo in Bosco"
La mostra “Un paese dagli album di famiglia”, è stata ideata negli anni ‘80 da Guido Scaramagli ed è composta da splendide foto in bianco e nero che restituiscono l’immagine del borgo contadino di San Bartolomeo in Bosco, tra il 1900 e il 1950.
Nella primavera del 2021 la raccolta è stata interamente digitalizzata dallo storico locale e collaboratore del MAF Carlo D’Onofrio.

La presente mostra ospitata presso la sala espositiva del MAF costituisce un primo momento di “restituzione” alla comunità di San Bartolomeo in Bosco di un rilevante numero di fotografie d’epoca, grazie alle quali Guido Scaramagli diede inizio a un sistematico, attento lavoro di ricognizione e di recupero che condusse all’allestimento dell’esperienza espositiva dal titolo “Un paese dagli album di famiglia”.
Ospitata nella sala mostre del Museo del Risorgimento e della Resistenza e del Centro Etnografico Ferrarese dal 26 dicembre 1982 al 15 gennaio 1983, quell’iniziativa culturale rimarcò lo stretto rapporto di collaborazione che stava maturando tra il nascente Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese (ora MAF) e l’istituzione del Comune di Ferrara diretta da Renato Sitti.
Una selezione delle circa 750 immagini che ora vengono riproposte all’attenzione dei visitatori e degli studiosi è stata la “protagonista”, con un’altra mostra itinerante su Il lavoro della canapa nel ferrarese, del primo evento di rilievo del MAF, che “usciva” dalla propria sede per proporre alla Città la conoscenza di un mondo rurale e di paese non a tutti noto, in particolare alle allora giovani generazioni.
A distanza di quasi un quarantennio dalla prima mostra, queste immagini hanno acquisito ulteriore valore documentario e possono tradursi in più occasioni di ricerca, non soltanto per le attività istituzionali del MAF, ma anche per gli studiosi e i ricercatori storico-contemporanei ed
etnoantropologici: le fotografie offrono, infatti, un esaustivo spaccato di una realtà comunitaria in significativi e diversificati archi temporali della sua storia che, non di rado, tende a proiettarsi a respiri più vasti, anche di portata nazionale.
Dobbiamo la digitalizzazione di questo ampio materiale alla passione e alla competenza di Carlo D’Onofrio che, con autentico spirito di volontariato, ne consente ora una variegata fruizione operativa.
La canapa


Un cittadino illustre di San Bartolomeo in Bosco





Il Mogul e la trebbiatrice

La banda di Marrara

La scuola





La scuola, gli scolari, le foto ricordo della classe!
Con l’unità d’Italia la legge Casati nel 1862 costituì quello che è considerato l’atto ufficiale di nascita della scuola italiana. Non era previsto l’obbligo per il primo triennio della scuola elementare, che fu deciso solo nel 1877 con la legge Coppino. Tuttavia anche questa riforma, specie per le nostre zone agricole, non ridusse in modo significativo il diffuso analfabetismo con “differenze marcate tra scuole rurali e scuole urbane”, sostenne l’inchiesta ministeriale Torraca del 1895-96. Solo a partire dagli anni dieci del ‘900 si arrivò alla costruzione di edifici scolastici e all’effettiva diffusione della
scolarizzazione elementare.
Un tempo in San Bartolomeo in Bosco la scuola era in un’abitazione privata, in alcune stanze di casa Calura, che aveva l’acqua potabile e il bagno. L’edificio scolastico di San Bartolomeo in Bosco venne costruito solo nel 1912, secondo il progetto “tipo” previsto dalle istruzioni ministeriali
(aule molto grandi, ingressi divisi per bambine e bambini, ecc.), su progetto dell’ing. Giacomo Duprà.
Una foto del 1923 del fotografo itinerante (dalla Corsica) Giorgi Olivi riunisce quasi 150 bambini, qualche papà e qualche insegnante, in posa davanti all’edificio scolastico (foto 1). Alcuni bambini, più grandicelli, sono i “disobbligati” dall’obbligo scolastico.
In una foto del 1927 dalla finestra della scuola si affaccia la maestra Oda Gardini, mentre una “legenda” inserita in epoca successiva riporta i nomi di questi bambini della prima elementare, divenuti nonni e genitori degli attuali abitanti di San Bartolomeo in Bosco: Guido Scaramagli,
Pietro Fabbri, Corrado Pocaterra, Giuseppe Minarelli, Mauro Mantovani, Anna Brunelli, Iolanda Fantini e tanti altri (foto 2).
Dello stesso anno una foto (foto 3) dove le giacchette indossate per l’occasione dai bambini più grandicelli mostrano le maniche cortissime di vecchi vestiti che dovevano durare anni! Al centro la maestra Elena Mirandola mentre alle finestre si affacciano degli insegnanti (Giuseppina Savi, Oda
Gardini, ecc.).
La foto del 1938 davanti alla casa del fascio, con 33 bambini nella divisa dei Balilla, è l’immagine di un regime totalitario (foto 4), con qualche bambino più povero relegato in secondo piano senza la “camicia nera” d’ordinanza!
Passano dieci anni e il mondo cambia anche nelle foto di classe, con i volti sereni dei bambini, senza una divisa ma con un’allegra confusione di grembiuli maglie e camicie, e una maestra che sorride nascosta tra i suoi scolari (foto 5).
L'Osteria

Ecco un’efficace immagine di vita aggregativa, a San Bartolomeo in Bosco, alla vigilia della Seconda guerra mondiale.
Gli avventori dell’Osteria Cacciari, nel 1939, sono tutti in posa per il fotografo, bambino in fasce compreso!
Fornita di un arredo inequivocabile, l’osteria ha due simboli significativi, l’apparecchio radio, che sta cominciando a diffondersi, e l’immancabile fotografia del duce, Benito Mussolini, immortalato a cavallo.
Le foto del ventennio fascista








Lavandaie al fiume

Il fotografo itinerante

San Bartolomeo, anni '20

Gli anni Venti sono rappresentati in paese grazie a due splendide ragazze di un tempo, impeccabilmente vestite, con tanto di ombrellino, tacchi alti e abito alla moda.
Corre l’anno 1923 e Maria Scaramagli e l’amica Ernesta Mirandola sono nel fiore della loro gioventù. Il fotografo le ha colte in una posa di grande effetto, tra i fiori…