La scuola, gli scolari, le foto ricordo della classe!
Con l’unità d’Italia la legge Casati nel 1862 costituì quello che è considerato l’atto ufficiale di nascita della scuola italiana. Non era previsto l’obbligo per il primo triennio della scuola elementare, che fu deciso solo nel 1877 con la legge Coppino. Tuttavia anche questa riforma, specie per le nostre zone agricole, non ridusse in modo significativo il diffuso analfabetismo con “differenze marcate tra scuole rurali e scuole urbane”, sostenne l’inchiesta ministeriale Torraca del 1895-96. Solo a partire dagli anni dieci del ‘900 si arrivò alla costruzione di edifici scolastici e all’effettiva diffusione della
scolarizzazione elementare.
Un tempo in San Bartolomeo in Bosco la scuola era in un’abitazione privata, in alcune stanze di casa Calura, che aveva l’acqua potabile e il bagno. L’edificio scolastico di San Bartolomeo in Bosco venne costruito solo nel 1912, secondo il progetto “tipo” previsto dalle istruzioni ministeriali
(aule molto grandi, ingressi divisi per bambine e bambini, ecc.), su progetto dell’ing. Giacomo Duprà.
Una foto del 1923 del fotografo itinerante (dalla Corsica) Giorgi Olivi riunisce quasi 150 bambini, qualche papà e qualche insegnante, in posa davanti all’edificio scolastico (foto 1). Alcuni bambini, più grandicelli, sono i “disobbligati” dall’obbligo scolastico.
In una foto del 1927 dalla finestra della scuola si affaccia la maestra Oda Gardini, mentre una “legenda” inserita in epoca successiva riporta i nomi di questi bambini della prima elementare, divenuti nonni e genitori degli attuali abitanti di San Bartolomeo in Bosco: Guido Scaramagli,
Pietro Fabbri, Corrado Pocaterra, Giuseppe Minarelli, Mauro Mantovani, Anna Brunelli, Iolanda Fantini e tanti altri (foto 2).
Dello stesso anno una foto (foto 3) dove le giacchette indossate per l’occasione dai bambini più grandicelli mostrano le maniche cortissime di vecchi vestiti che dovevano durare anni! Al centro la maestra Elena Mirandola mentre alle finestre si affacciano degli insegnanti (Giuseppina Savi, Oda
Gardini, ecc.).
La foto del 1938 davanti alla casa del fascio, con 33 bambini nella divisa dei Balilla, è l’immagine di un regime totalitario (foto 4), con qualche bambino più povero relegato in secondo piano senza la “camicia nera” d’ordinanza!
Passano dieci anni e il mondo cambia anche nelle foto di classe, con i volti sereni dei bambini, senza una divisa ma con un’allegra confusione di grembiuli maglie e camicie, e una maestra che sorride nascosta tra i suoi scolari (foto 5).